Studio di mani
Una bella collaborazione con l’artista e amica Emma Ciceri. In mostra al Museo Diocesano di Milano 20 febbraio – 11 maggio 2024.
(Studio di mani, video, 2024, 10′)
Giovanni Bellini, il Compianto dai Musei Vaticani.
Quattro artisti contemporanei in dialogo con un capolavoro.
Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini propone quest’anno come spunto di riflessione per il tempo di Quaresima e di Pasqua l’esposizione del Compianto di Giovanni Bellini (Venezia 1435 circa – 1516), capolavoro del maestro veneziano, conservato nei Musei Vaticani, con il quale, in collaborazione con Casa Testori, quattro artisti contemporanei – LETIA Letizia Cariello, Emma Ciceri, Francesco De Grandi e Andrea Mastrovito – sono entrati in rapporto costruendo un vero e proprio dialogo, con esiti sorprendenti.
La preziosa tavola costituiva in origine la cimasa per la pala realizzata da Bellini fra il 1472 e il 1474 per l’altare maggiore della chiesa di San Francesco a Pesaro, uno dei massimi capolavori della pittura italiana, che segna la maturità del pittore e sigla il suo ruolo di caposcuola della pittura veneziana.
>La scena raffigura il momento in cui il corpo di Cristo, nel momento che precede la sepoltura, viene unto con olii e profumi. In uno spazio ristretto e compresso, reso con un taglio fortemente scorciato dal basso verso alto che tiene conto dell’altezza a cui la tavola doveva trovarsi, risalta la presenza statuaria dei quattro personaggi, Cristo, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, oltre alla Maddalena che tiene fra le sue mani quella di Gesù. È proprio lo straordinario intreccio di mani a costituire il punto focale della rappresentazione: lì converge lo sguardo dello spettatore grazie alla magistrale orchestrazione di Bellini, che con una luce nitida e tersa e una netta alternanza fra chiari e scuri, guida l’occhio passando dalle gambe di Cristo abbandonate sul sepolcro alla ferita del costato ed è lì che convergono anche tutti gli sguardi dei personaggi raffigurati. Da quel lieve e allo stesso tempo drammatico groviglio di mani si dipartono lungo direttrici oblique le quattro figure monumentali, esaltate dalla luce radente, sullo sfondo di un cielo azzurro primaverile, creando una scena densa di emozioni, con una forza quasi visionaria che la rende una sospesa meditazione sul dolore umano da un lato e sulla natura divina dall’altro.L’esposizione si completa con una sezione che presenta le opere di quattro autori contemporanei che si sono confrontati con il capolavoro belliniano, riflettendo sui temi suggeriti dall’opera, per testimoniare quanto la tavola del maestro veneziano sia in grado di toccare al cuore artisti del nostro tempo: il Compianto è infatti un capolavoro che travalica la sua dimensione storica, e che sollecita la sensibilità dell’uomo contemporaneo di fronte alla morte, al dolore, alla pietà e in particolare al valore della cura.